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Benvenuti nel sito dell'Enoteca Vino e Dintorni 

Mi presento: sono Ciro Lubrano Lavadera, procidano di nascita, e di spirito, eporediese di adozione. Da sempre le mie passioni sono il buon vino, il buon cibo ed il teatro. Con un po’ di fortuna e un po’ di tenacia riesco a vivere con le prime due, tuttavia la terza non ha smesso di far parte della mia vita. Nel 2000 ho rilevato l’enoteca “Vino e Dintorni” dall’amico Silvano Mellace, titolare dell’omonima enoteca di Milano, al quale devo molto della mia crescita professionale. Da qualche tempo collabora con me Cristiana Ferraro, per anni titolare della storica cartolibreria già attiva in questi spazi.

L'enoteca

L’enoteca è da sempre situata nel centro storico di Ivrea, in Via Arduino, prima al civico 126 poi, dal 2017, nei nuovi locali al civico 67. E’ ospitata in un edificio che anticamente era un convento. E' curioso notare che negli stessi locali si trovasse, in anni più recenti, una vecchia “piola” (osteria): la storica “Bottiglieria Scanavino”; forse è destino che queste vecchie mura debbano custodire una pillola di storia locale con protagonista anche il vino. L’enoteca si compone di due ampie sale nelle quali alcuni elementi architettonici ricordano la loro origine religiosa. Nella bella stagione, in una piazzetta adiacente chiusa al traffico, funziona un gradevole dehor. La clientela è variegata, in particolare la squadra degli habitué, formata da persone che amano trascorrere piacevolmente un’ora gustando un bicchiere di buon vino.

L'osteria

2011

 

2012

In enoteca si è sempre potuto accompagnare un buon bicchiere di vino con assaggi di salumi e formaggi, tuttavia era mia intenzione estendere un poco l’offerta gastronomica. Per questo l’enoteca ha assunto una nuova anima che ho voluto chiamare “Osteria Anciuè”. Il nome mi è stato suggerito da una variopinta collezione di “tôle” di acciughe (latte, contenitori di metallo) che esponevo, vuote, in  bella mostra sul retrobanco della vecchia sede. Ad esse era appeso un cartiglio: "QUI NON SI VENDONO ACCIUGHE", proprio per scoraggiarne la richiesta. Oggi, quelle “tôle” sono diventate le lampade che illuminano il bancone mentre le saporite acciughe si possono finalmente gustare. “Anciuè” (acciugaio) era l’antico appellativo piemontese dei venditori di acciughe.

Segnalato dalla Guida Cantine d'Italia 2019

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Locale Del Buon Bere 2016

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